L'Archivio Cinematografico Cesselon è dedicato al maestro Angelo Cesselon che è stato uno tra i più importanti pittori di manifesti cinema italiani .
Cinto Caomaggiore (Venezia) 1922 - Velletri (Roma) 1992
Angelo Cesselon durante la sua lunga carriera ha dipinto un numero altissimo di bozzetti, di cui non si è ancora potuta realizzare una schedatura definitiva, forse si arriva al numero impressionante di 3000. Di alcuni è possibile trovare l’immagine stampata, molti altri sono andati purtroppo perduti. Gli incisivi ritratti dipinti con tratto moderno, i tocchi compendiari di colore o le veloci spatolate costituiscono un logo imprescindibile riconoscibile da tutti e un importante riferimento per lo studio della sua personalità di creatore e sono utili per una maggior comprensione di questo particolare momento artistico.
Tra le tante opere si ricordano i ritratti più belli degli attori del cinema internazionale, da Gina Lollobrigida ne 'La Romana' a Marilyn Monroe ne ' La tua bocca brucia' e ' Giungla d'asfalto', da Ingrid Bergman a Gregory Peck di 'Io ti salverò' e 'Notorius' , ad Amedeo Nazzari e Anna Maria Ferrero di ' Pietà per chi cade’, a Kirk Douglas del ' Il grande campione', da Burt Lancaster a Gary Cooper di ' Vera Cruz' , a James Dean e Totò , da Fernandel a Marlene Dietrich , ha collaborato con le maggiori case di produzione e distribuzione, come la Metro Goldwin Mayer, la Twenty Century Fox, la Minerva, la Paramount, la Columbia , la Cineriz, l'Enic e la Titanus.
L’artista, che pure si era formato nello studio di cartellonismo di Ercole Brini, dove si usava una tecnica ancora legata a uno stile tradizionale, comincia subito a proporre un nuovo modo di interpretare l'opera.
Questo rinnovamento si evidenzierà inizialmente per quel che riguarda il soggetto: invece di raccontare la trama con tutta una serie di elementi aneddotici, egli sceglie una figura in primo piano , quasi sempre un volto , in cui accentua alcuni particolari della bocca o degli occhi cogliendone, con la sua abilità di ritrattista, tutta l'efficacia espressiva.
Spesso sullo sfondo dell'opera pone una scena o un elemento simbolico che suggeriscono uno spazio evocato ma volutamente non strutturato.
Ciò che caratterizza il suo stile è soprattutto l'interpretazione del tema da rappresentare, in cui Angelo Cesselon privilegia il momento in cui si realizza lo scambio reciproco delle funzioni spazio-tempo, cioè l'elemento basilare della rappresentazione cinematografica, lo stadio culminante di un'azione o di uno stato psicologico che condensi in un'immagine significativa tutta l'atmosfera del film .
Condensare in un'immagine quindi, accostando i diversi piani di composizione che culminano nel primo piano e abbandonare quelle modalità meramente descrittive, che erano state usate fino ad allora.
Queste scelte innovative per gli anni '50, che confermano l'originalità di questo artista per quanto riguarda la proposizione del soggetto e la composizione, sono ancor più evidenti analizzando la sua tecnica pittorica e cromatica.
Le sue tinte sono più brillanti e vivaci rispetto a quelle che si potevano trovare nelle opere precedenti; gli accostamenti audaci di rosso vermiglio, di porpora, di turchese, di azzurro, rivelano un cromatismo profondo, di chiara ascendenza veneta.
La ricchezza dei suoi colori viene ancor più valorizzata dall'uso della pennellata a piccoli tratti soprattutto nella definizione dei volti dei personaggi maschili in cui l’artista privilegia una tavolozza che testimonia la presenza di suggerimenti impressionisti. Il colore corposo, ma non sempre coprente, che utilizza le proprietà di rifrazione della luce è realizzato non solo a pennello ma con abili colpi di spatola che spezzano, vibranti, la morbidezza e la trasparenza delle carni.
Questi elementi caratterizzano le modalità innovative della pittura di Angelo Cesselon e fanno sì che questa ricerca pittorica si imponga negli anni '60 come la pratica di un nuovo stile.
Fino alla fine degli anni ‘70 Cesselon continuerà a realizzare con passione quelle immagini che fecero sognare ad occhi aperti più generazioni di pubblico, ma userà in quest’ ultimo periodo uno stile più grafico, che schematizza talvolta i contorni delle immagini mentre il colore, steso per grandi campiture, privilegia solo in alcuni punti l'uso della spatola e del peso materico.
Poco dopo l'artista farà una scelta di vita che coinvolgerà la sua carriera e che lo vedrà dedicarsi alla psicologia del ritratto nella pittura religiosa, con lo stesso impegno e dedizione con cui aveva descritto il mondo della ‘fiction’ cinematografica.